“[Trump’s plans] verrà a scapito di deficit di bilancio potenzialmente più ampi, di un debito potenzialmente più elevato e c’è anche la dimensione dell’inflazione”, ha dichiarato alla rivista economica Charles-Henry Monchau, chief investment officer di Banque Syz & Co. “Ci si è resi conto che c’è un prezzo da pagare per questo”.
Trump ha ventilato diverse idee di dazi, tra cui un’impennata impossibile sui beni importati tra 200 e 2.000 per cento-che, secondo gli esperti, farebbero impennare drasticamente l’inflazione. Le imprese di tutto il Paese hanno contestato le sue cifre, sostenendo che saranno gli americani, e non i Paesi stranieri, a dover fare i conti con l’inflazione. pagarne il prezzoPreparandosi a un’eventuale seconda amministrazione Trump, le aziende i cui modelli di business si basano su fornitori stranieri, dall’industria automobilistica ad alcune delle linee di abbigliamento più popolari del Paese, stanno pianificando di introdurre aumenti di prezzo sui loro prodotti.
Trump ha anche proposto un più modesto piano 20-60, in cui un’eventuale seconda amministrazione Trump imporrebbe una tariffa del 20% a livello mondiale insieme a una tariffa del 60% sulle merci cinesi. Ma anche questo piano si rivelerebbe devastante per l’economia, secondo un’agenzia di analisi del Tax Policy Center, che ha riscontrato una riduzione media dei redditi delle famiglie di 3.000 dollari nel 2025.