Negli ultimi sei mesi, il 78enne Trump ha mostrato un significativo declino cognitivo, pronunciando diatribe sconclusionate e incoerenti al posto dei discorsi di circostanza. È apparso stanco, biascicato le sue parole, soggetti confusie si è allontanato talmente tanto dall’argomento che la sua campagna ha dovuto inventare un termine per giustificare la diarrea verbale: l’intreccio. Mentre attaccando Harris, che ha più di 10 anni in meno di lui, per la sua idoneità mentale, ha rifiutato di condividere la propria cartella clinica.
Se da un lato la vittoria di Trump getta nel caos più totale molti aspetti della vita americana, dall’altro farà lo stesso con le sue numerose battaglie legali in corso, che probabilmente si concluderanno, almeno per ora.
Trump, che all’inizio di quest’anno è stato giudicato colpevole di 34 capi d’accusa per il caso dei soldi sporchi, è stato provvisoriamente condannato il 26 novembre. I suoi avvocati avevano chiesto che la condanna del loro cliente fosse annullata alla luce della sentenza della Corte Suprema di luglio sull’immunità presidenziale per gli “atti ufficiali”, e vogliono che le accuse contro Trump siano ritirate o che alcune prove siano omesse in un nuovo processo. Il giudice Juan Merchan dovrebbe prendere una decisione su questa richiesta il 12 novembre. Egli potrebbe decidere di seguire la sentenza, che probabilmente verrà appellata.