Nel grande bucato lanciato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta su le carenze delle federazioni sportiveLo Stato è come un calzino lasciato nel cestello della lavatrice. Garante del buon funzionamento delle federazioni sportive, attraverso un contratto di delega che le lega al Ministero dello Sport, quest’ultimo non è stato risparmiato dai relatori, che sottolineano “gravi mancanze nell’esercizio delle sue prerogative e nel suo ruolo di garante del rispetto dell’etica e della tutela dell’integrità dei partecipanti”, arrivando a parlare di “federazioni sottoposte a una supervisione fittizia” nel gennaio 2024.
Lo Stato nella stessa borsa delle Federazioni
La domanda è se il governo, come le federazioni, abbia ascoltato il messaggio e abbia preso provvedimenti per rimettersi in carreggiata e porre fine al gioco. Alla domanda su cosa pensasse delle conclusioni allarmanti di questo rapporto, il Ministero dello Sport ha risposto che “questi problemi nella lotta contro la violenza sessuale nello sport non sono una novità per noi”. [lui] poiché, in seguito al movimento per la libertà di parola sulla violenza nello sport nel 2020, abbiamo lanciato una strategia nazionale di prevenzione contro la violenza”.
Quattro anni dopo, tuttavia, è ancora in gran parte responsabile, con i membri della commissione d’inchiesta che si rammaricano in particolare del fatto che “lo Stato non ha colto appieno questa opportunità storica per alzare il livello delle sue richieste alle federazioni e per condizionare la delega a impegni specifici per rafforzare l’etica e la protezione dei partecipanti”.
Criticano inoltre lo Stato per non aver vigilato a sufficienza sul rispetto delle leggi del 9 dicembre 2016, nota come legge “Sapin II”, sulla protezione dei whistleblower e sull’obbligo di istituire un processo di segnalazione anticorruzione, e della legge del 1° marzo 2017, che impone alle federazioni di istituire un comitato etico per affrontare i casi di violenza. Da parte sua, il Ministero assicura che “i controlli sull’onorabilità dei supervisori, la gestione delle segnalazioni di violenza, la prevenzione e la formazione e le azioni intraprese negli ultimi quattro anni sono proseguite anche quest’anno”.
Dov’è la legge sul patrimonio?
Mentre ci viene detto che “sono stati creati due posti di CTS nel 2024 per sostenere le federazioni che sono in ritardo nell’attuazione della loro politica di prevenzione”, c’è silenzio radio sull’unità Signal-Sport, la pietra angolare della gestione della SSV, che ha ancora solo… tre persone per centralizzare le migliaia di chiamate delle vittime. Una cifra che non è cambiata rispetto al rapporto investigativo di un anno fa, che denunciava una “cellula” “troppo piccola”. […] chiaramente non abbastanza grande per monitorare e supportare il trattamento delle segnalazioni da parte dei vari attori, soprattutto perché il numero delle segnalazioni continua a crescere”.
Sabrina Sebaihi, la relatrice, non è contenta di questo, avendo sperato all’inizio dell’anno che “le risorse dell’unità Signal Sport sarebbero state aumentate” il prima possibile. Tre persone sono assolutamente irrisorie”, ci dice undici mesi dopo. L’anno scorso, quando siamo andati a trovarli, ci hanno detto di aver già fatto oltre 600 segnalazioni in pochi mesi.
Per quanto riguarda il disegno di legge sul patrimonio del 2024, promesso subito dopo il Giochi Olimpici che avrebbe dovuto fornire risposte chiare alle disfunzioni delle federazioni, gli eurodeputati si chiedono se vedrà la luce. “Avrebbe dovuto essere votata prima dei Giochi, in modo da avere un impatto immediato, e ora non si parla nemmeno di una revisione nel 2025, è completamente scomparsa dai radar”, lamenta Régis Juanico, ex deputato ed esperto di politiche sportive pubbliche. Anche su questo punto, il Ministero dello Sport non ha voluto fornirci alcuna risposta.
L’ex ministro, il rapporto e i militanti
Avevamo deciso collettivamente di lasciar passare i Giochi Olimpici perché volevamo essere costruttivi, ma per il momento dobbiamo ammettere che non abbiamo visto l’inizio di alcun testo”, lamenta Sabrina Sebaihi. Pensiamo che in realtà l’idea di fondo fosse quella di insabbiare il tutto con discrezione.
Questa inerzia governativa, non aiutata dallo “strano” anno appena trascorso dal punto di vista politico, con lo scioglimento dell’Assemblea nazionale all’indomani delle elezioni legislative e la formazione (molto) tardiva di un governo, non sembra sorprendere la relatrice.
Non ha dimenticato l’accoglienza riservata alla relazione dell’inchiesta dall’ex Ministro dello Sport Amélie Oudéa-Castérasi è fatta scalfire dalla commissione sul tema del il suo stipendio XXL come Direttore Generale della Federazione Francese di Tennis.
L’ex ministro ha svolto un ruolo estremamente importante nel modo in cui questo rapporto è stato accolto”, ha criticato la deputata dell’EELV. Non ha mai smesso di proteggere una casta a cui lei stessa apparteneva, quella dei dirigenti della federazione, e di sparare contro il rapporto, dicendo che era militante, mentre era stato prodotto da tutti i gruppi di deputati che componevano l’Assemblea Nazionale all’epoca”.
Con il nuovo ministro, la rivoluzione dovrà attendere
Il nuovo ministro dello Sport, Gilles Avérous, ha annunciato la sua missione in occasione del seguente evento il suo discorso inaugurale il 23 settembre. “Non sono venuto qui per rivoluzionare le cose, perché sono consapevole e convinto che molto è stato fatto al Ministero dello Sport e che ora dobbiamo solo mantenere lo slancio piuttosto che pensare di rivoluzionare radicalmente ciò che è già stato fatto”.
” È una dichiarazione preoccupante che mi fa arrabbiare”, afferma Sabrina Sebaihi. Se guardiamo al lavoro della commissione e al numero di vittime che abbiamo sentito, saremmo portati a pensare che il mondo dello sport abbia bisogno di una rivoluzione. “
In ogni caso, il nuovo budget assegnato al Ministero dello Sport, significativamente inferiore a quello per il 2024, non promette nulla di buono. “C’è stato un vero e proprio svuotamento, e non solo del vecchio budget destinato ai Giochi Olimpici, come vorrebbe far credere il discorso ufficiale del Ministero. Anche se si isola questo aspetto, si finisce comunque con un taglio di 174 milioni su un budget di circa 900 milioni, ovvero il 20% di finanziamenti in meno”, ha dichiarato Régis Juanico. È uno dei ministeri più colpiti, anche se è già uno dei ministeri con il budget più basso in termini di spesa nazionale totale. È un segnale preoccupante da parte del governo e un’enorme opportunità mancata”.