Così vicino, eppure così lontano. Per soli due voti, l’ex capitano della Francia Abdelatif Benazzi non è riuscito a conquistare la presidenza di della federazione internazionale World Rugby giovedì. È stato battuto dall’australiano Brett Robinson, che si è battuto per accelerare il gioco e aumentare i ricavi commerciali.
Benazzi e Robinson si sono accordati per redigere un quadro preoccupante della salute del rugbyIl rugby sta lottando per diventare uno sport veramente globale e le sue basi nei paesi tradizionali sono fragili. Diverse federazioni soffrono di gravi deficit e alcuni dei principali club australiani e inglesi sono andati in bancarotta dopo la Covid-19.
Ma i due uomini, che si sono già scontrati sul campo, hanno proposto misure diverse in risposta. Brett Robinson, 54 anni, ha incentrato la sua campagna sul rendere il gioco più spettacolare e veloce, in particolare per le emittenti. Ha anche assicurato che nel World Rugby che voleva creare “la giusta cultura per raggiungere gli obiettivi commerciali”.
Il cartellino rosso di venti minuti dovrà aspettare
L’Australian è un fervente sostenitore di una serie di riforme attualmente in fase di sperimentazione, come la riduzione del tempo necessario per calciare le conversioni o per preparare le mischie e gli allineamenti. Difende inoltre il cartellino rosso di venti minutiche permette alla squadra il cui giocatore è stato espulso di sostituirlo dopo questo tempo per evitare di rimanere in inferiorità numerica.
Giovedì, tuttavia, il World Rugby Board ha deciso di rimandare il voto sulla sperimentazione mondiale di questa misura in attesa di un “feedback più approfondito” sulle conseguenze della sua adozione.
Abdelatif Benazzi, uno dei vicepresidenti della Federazione francese di rugby con delega agli affari internazionali, aveva promesso di lavorare per aprire il rugby ad altri Paesi, al di là delle nazioni storiche che sono ancora egemoni sul campo ma anche negli organi di governo.